Questa mattina, martedì 26 aprile 2011, sono entrati a Muratella 6 gattini neonati (4 di una cucciolata, e 2 di un’altra). Vanno svezzati quindi cerchiamo mamme umane o non umane.
Aiutateci ed aiutarli: quando ci muoviamo tutti insieme siamo una “macchina da guerra”. Vediamo se riusciamo a bissare l’esperienza positiva dei 9 cuccioli di cane trovati nei cassonetti dall’AMA (ecco la storia e tutte le foto a questo link: https://www.iolibero.org/2011/04/26/9-cuccioli-di-pochi-giorni-entrati-ora-a-muratella-cerchiamo-mamme-a-2-e-a-4-zampe/ )
Grazie a tutti: chi puo’ aiutare, puo’ scrivere una mail a info@iolibero.org
Tratto da www.akela.it
Un gattino piccolissimo da salvare La prima cosa da capire quando si è in presenza di un gattino appena nato, trovato magari abbandonato in un cassonetto della spazzatura, è se il piccolo sia ancora vitale oppure no… La mortalità nei gattini piccoli è drammatica e, spesso, quando il micino viene trovato è già agonizzante. Molto dipende da quanto tempo è rimasto da solo, da quanti giorni di vita ha e dal motivo per cui era solo. I neonati hanno bisogno di mangiare spesso e di essere tenuti al caldo, ma, mentre la fame può essere tollerata anche per un paio di giorni, il calo di temperatura può uccidere un micino in poche ore, soprattutto se il tempo è inclemente. Ecco perché i fratellini, che si ammassano e si scaldano a vicenda, hanno più possibilità di sopravvivere di un micetto da solo. Più sono giovani, meno possibilità hanno di farcela, ogni giorno che passa è una probabilità di vita in più, tanto per avere un’idea di quanti giorni di vita possa avere un gattino sappiate che il cordone ombelicale cade in seconda-quarta giornata, gli occhi si aprono dall’ottavo giorno e i primi dentini fanno capolino a tre settimane.Il gattino orfano comincia ad avere ragionevoli possibilità di farcela dopo i 45 giorni. Poi, bisogna vedere per quale ragione è stato abbandonato: se è sano ma la madre è sparita, oppure se è stato “scartato” dalla madre perché malato o debole. Quando trovate un gattino che piange a squarciagola, non toccatelo subito, se è possibile, osservatelo da lontano per qualche ora e controllate che la madre non ritorni, magari, dalla caccia. Se questo non avviene, o se il micino è palesemente malato (occhi appiccicati, posteriore imbrattato di feci, magrezza), prendetelo subito e portatelo a visitare. Questa comunque è la miglior cosa da fare anche se il gattino sembra sanissimo, perché in realtà i cuccioli sono estremamente vulnerabili; io uso praticare sempre in via preventiva un’iniezione di anticorpi già pronti per “coprire” i trovatelli fino all’età della prima vaccinazione (Serocat, 2,5 ml per gatto sottocute).Ricordo una sera un signore che, avendo accidentalmente investito una gatta randagia, me la portò in pronto soccorso, disperato. Purtroppo la gatta era morta sul colpo ma, quello che più era triste, erano le sue mammelle, piene di latte. Chissà se quei micini se la saranno cavata… Allevare un gattino senza mamma… La cosa più importante per i gattini fino ad almeno 15 giorni di vita è il calore. I fratellini se la cavano anche con un maglione di lana, ma i figli unici dovrebbero venire “marsupializzati”, ossia tenuti dentro la vostra maglietta, contro la pelle, almeno per i primi giorni. Come alimento, nulla di meglio di un latte apposito per gatti (Lactol, KMR), somministrato con un biberon per cuccioli dotato della tettarella più piccola disponibile. Va praticato un foro relativamente grande ed il modo migliore per allattare consiste nel prendere il micio per la collottola e tenerlo a pancia all’aria. Controllate che riesca a poppare ma che non si ingozzi! 1 bicchiere di atte intero (possibilmente HD o Zymil), 1 cucchiaio di panna da cucina, 1 rosso d’uovo crudo, 1 cucchiaino di zucchero. Lo svezzamento può cominciare allo spuntare dei primi dentini, a 3 settimane circa, mescolando al latte dell’omogeneizzato di carne: gradualmente nell’arco di una settimana si passerà ad un cibo per gattini. Allevare un gattino neonato è un’impresa che richiede un padrone-genitore dotato di infinita pazienza e dedizione assoluta, ed un veterinario appassionato e collaborativo… e siate fatalisti, la mortalità fino a due mesi è veramente elevata. Ma se ce la fate, quale orgoglio! Fra tutti, il mio pensiero va a tre fratellini che mi portarono due anni fa, credo a giugno. La ragazza che li aveva trovati non poteva far fronte alle loro condizioni, quasi disperate, per cui me ne feci carico io. di Grazia Vittadini – medico veterinario
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