CANILE PARRELLI: DOPPIA SODDISFAZIONE. ANIMALI SALVI E 9 RINVII A GIUDIZIO
Grazie a tutte le persone LAV, AVCPP, ALFA e a tutti i volontari storici per la pazienza, la dedizione, la costanza e la serietà con cui è stata affrontata questa battaglia.
Ora continuate ad aiutarci: i cani ed i gatti li abbiamo salvati tutti ma non tutti hanno gia’ una amorevole famiglia. A parte i fortunati che sono in stalli garantiti, alcuni sono ancora in attesa di una adozione in gabbie di cemento in canili privati convenzionati con il Comune di Roma. Facciamoli uscire tutti dalle gabbie!
Guarda qui la sezione dei cani del Parrelli trasferiti a Villa Andreina
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Il Messaggero – Roma
L’INCHIESTA
In nove sotto accusa per il canile lager
di Adelaide Pierucci
Non un canile, ma una sorta di lager per quattrozampe già sfortunati. Cani e gatti, a centinaia, stipati in gabbie piccole e sporche, con cibo insufficiente, cure e vaccinazioni inadeguate. La fama del rifugio Parrelli, la struttura privata di via Prenestina finita sotto sequestro nel 2013 dal Nirda del corpo forestale su denuncia della Lav, era già nota. Dall’inchiesta della procura sul caso, però, è emerso altro. Ossia le omissioni di chi avrebbe dovuto denunciare i maltrattamenti e non l’ha fatto. Di chi ha permesso che i sigilli non scattassero prima. Tanto che l’ultimo cane, Zagor, ha lasciato la struttura solo qualche settimana fa. Per il maltrattamento degli animali e le omissioni così sono finiti nel registro degli indagati i nomi di nove persone. A partire dai cinque veterinari della Asl RmB, che avrebbero dovuto monitorare la struttura, per tutti accusati di omessa denuncia. Poi la proprietaria del canile privato, Giuseppina Lacerenza Parrelli, 90 anni, due suoi stretti collaboratori e il direttore sanitario, Beniamino Federisi. Per la signora e i suoi assistenti le accuse sono pesanti. Il pm Claudia Alberti e l’aggiunto Roberto Cucchiari hanno chiuso le indagini, ipotizzando lesioni e maltrattamenti di animali e falso nella registrazione dei libretti sanitari per i piccoli ospiti. Ma anche (solo per la Lacerenza e una collaboratrice) l’accusa di esercizio abusivo della professione veterinaria «visto che senza abilitazione dello Stato somministravano agli animali del proprio rifugio vaccini, cure mediche e medicinali». «Mai incassato soldi pubblici – si difende la Parrelli – ho dedicato una vita agli animali». Da anni il canile veniva bersagliato da denunce. Le ultime della Lav, Lega antivivisezione in qualche modo antagonista della Lai fondata dal marito della Parrelli, sono andate a segno. «Si è rilevata – riportava il decreto di sequestro del l tribunale – la detenzione di circa 500 cani e gatti di varie razze ed età», troppi rispetto alle potenzialità della struttura, e sottoposti «a comportamenti e fatiche insopportabili, rinchiusi in gabbie fatiscenti e di dimensioni inidonee».
06/05/2015
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