Al canile di Muratella, eliminati i libri di segnalazione compilati dai volontari.  AVCPP reclama: “è giunta l’epoca dell’omertà”

 

Nuovo appalto, nuovi problemi.

Avevamo scelto la via del silenzio, quando, a partire dal 6 agosto, la società appaltatrice dei canili di Muratella e Ponte Marconi a Roma, in via dell’aggiudicazione del nuovo bando di gara per la gestione delle due strutture, aveva inaugurato un triennio “formalmente” pieno di promesse.

In virtù di una diaria giornaliera portata a ben 10,4 euro al giorno ad animale e di un obbligo ad individuare non uno ma due medici veterinari (un direttore sanitario e un comportamentalista), ci si attendeva che qualcosa, a stretto giro, migliorasse.

E invece no, pare che il peggio inizi adesso.

 

Evviva la legge dell’omertà

È notizia delle ultime ore che presso il canile sanitario di Muratella siano stati eliminati i cosiddetti “libri verdi”, quaderni in cui i volontari delle varie associazioni animaliste, il cui ruolo è stato ridotto negli anni, annotavano i malesseri dei cani portarti a cadenza periodica nelle aree di sgambamento per i 15 “minuti di aria” loro concessi.

La Rifugio Agro Aversano, di San Giuliano in Campania, in virtù della rinnovata fiducia ricevuta dall’amministrazione capitolina, ha deciso invece che da ora in avanti non ci debba più essere traccia scritta delle segnalazioni: il passaparola, antico strumento di comunicazione e distorsione dell’informazione, tornerà in auge come metodo privilegiato di trasmissione delle delicate informazioni sanitarie.

Definiamo la nuova “legge del silenzio” senza mezzi termini un atto di omertà, nei termini esatti riportati dal vocabolario Treccani, ovvero: “solidarietà … che consiste nell’astenersi da accuse, denunce, testimonianze, o anche da qualsiasi giudizio nei confronti di una determinata persona o situazione”.

Le conseguenze di questa semplice mossa sono plurime:

  • I volontari non avranno più visibilità delle condizioni di un animale nel tempo. Si perde la tracciabilità fino ad oggi garantita dall’unico strumento accessibile al pubblico.
  • Il ritorno alla trasmissione orale delle informazioni (un memo vocale settimanale per ogni associazione) porterà a travisare una quantità indefinita di informazioni, senza nessun appello possibile. Le segnalazioni, qualora colte dai destinatari, perderanno di intensità
  • I medici potrebbero non essere mai portati a conoscenza di informazioni essenziali riguardanti l’esatto momento in cui un malessere si è manifestato e le modalità in cui si è presentato.
  • Le istituzioni potranno chiudere gli occhi con più facilità

A giustificazione della nuova presa di posizione del gestore, è la constatazione del fatto che da tempo quei libri non venissero visionati né dagli operatori né tantomeno dai veterinari, che in passato erano soliti esaminarli e vidimarli, a testimonianza della presa visione.

 

In un tempo in cui le informazioni viaggiano veloci, ma ha valore legale solo quanto testimoniabile in modo chiaro ed inequivocabile, la nuova velata forma di censura ci rabbuia ulteriormente.
Le istituzioni continuano a “lasciar fare” senza chiedersi quale sia il loro dovere nei confronti degli animali di proprietà del Comune e a considerare un luogo di stallo, in cui i quadrupedi vengono ospitati e basta, quelle strutture che altrove hanno una funzione formativa ed educativa a doppio senso, nei confronti della popolazione umana quanto nei confronti di quella animale.