La storia di Jago, minuto per minuto

La prima volta che sono entrata all’Ex Cinodromo è stato nell’aprile 2008 con mia sorella Anna Maria, che era già volontaria lì.
Abbiamo preso, come di consueto, alcune coppie di cani tra cui Jago e Lola. Per me è stato un colpo di fulmine… quel cagnone anzianotto e spaventato da qualsiasi cosa mi ha conquistato immediatamente.
Ho detto a mia sorella: “Lo voglio adottare” e lei mi ha risposto che, quando sei volontaria, te li vorresti portare tutti a casa e che ogni volta te ne rimane uno impresso nella mente. È vero! Dall’agosto 2008 sono diventata volontaria anch’io e, effettivamente, ogni volta torno a casa con uno di quei musetti nella testa.
Ma Jago era sempre in cima ai miei pensieri. Ogni volta che entravo in canile andavo a controllare la lista dei cani da far uscire sperando che ci fosse lui. E quanta delusione quando lo avevano già preso!!
Jago era terrorizzato da tutto e da tutti. In canile riuscivo ad accarezzarlo con molta difficoltà e solo per pochi istanti, anche perché mi sembrava di fargli una violenza. Ogni volta che lo vedevo gli rinnovavo la mia promessa di portarlo via… poi nella mia vita sono avvenuti diversi cambiamenti e ho cominciato a cercare di rimettere a posto un pò di cose per trovare la situazione ideale per adottarlo.
Poi… la folgorazione!! Non esiste la situazione ideale!! E ci vuole poco a trovare una condizione migliore di un box triste e umido. Dal 10 luglio Jago è a casa con me e mia sorella… e con Pilar, Cosette, Nady e Venturino (i nostri 4 gatti). Jago proviene dall’Ex Poverello, un canile sequestrato per maltrattamenti e chissà quante ne ha passate… all’inizio è stata dura.
Faceva i bisogni in casa, non mangiava, ha avuto problemi intestinali (probabilmente dovuti allo stress del cambiamento), aveva paura dei gatti e di ogni rumore o persona e poi… non aveva nessuna intenzione di uscire di casa. Abbiamo fatto sorridere molti vicini e passanti quando, per abituarlo ad uscire, ci vedevano con un cucciolone di 30 kg e 10 anni circa in braccio.
Sono passati solo 3 mesi, eppure tutte queste cose sembrano un lontano ricordo. Il suo sguardo è cambiato e che soddisfazione quando ci dicono “che bel cagnone!!”. Gli abitanti del quartiere hanno seguito i suoi progressi e ora, quando li incontriamo, ci sorridono e dicono… “incredibile!”
Noi non abbiamo fatto altro che avere un pò di pazienza, il resto l’ha fatto Jago. È stupendo vedere riaffiorare la sua intelligenza ed il suo istinto di cane sopraffatti e soffocati negli anni dalla paura. Per carità! È ancora un cane timoroso e problematico, ma sento di poter affermare anche che è finalmente sereno e felice.
Non fa più gli incubi dei primi giorni e, alla sua veneranda età, ha cominciato a giocare e a scodinzolare. Può sembrare banale, ma per tanto tempo la sua coda era sempre tra le gambe. E quando lo vedo chiamarmi con la sua zampona per chiedere attenzione, proprio lui che avrebbe voluto sparire pur di non attirare l’attenzione di nessuno, mi vengono gli occhi lucidi e il cuore si riempie di gioia… l’unico rammarico è di non poter prendere Lola…
È per questo che quando qualcuno mi dice che vorrebbe prendere un cane al canile, ma non lo fa perché non ha il giardino o non ha le condizioni ideali per farlo (quelle che cercavo anch’io inutilmente) rispondo che al cane non servono queste cose, bastano solo tanta pazienza e tanto amore, quell’amore che, nonostante la buona volontà di tutti i lavoratori ed i volontari, non si riesce a dare a sufficienza a tutti i purtroppo numerosissimi cani presenti in canile.
Amelia