Il caso

Animali, l’allarme delle associazioni:
“Alemanno chiude il ‘loro’ Ufficio”

Cane in gabbia
 
AGGIORNAMENTO al 5 aprile 2012 – Abbiamo preso contatti con il dirigente dell’Area Verde Pubblico, Decoro Urbano e Benessere degli Animali. L’ufficio è in fase di riorganizzazione ma le notizie sono che l’attività non viene sottovalutata. Le prospettive future, infatti, parlano di un rilancio degli impegni e del ruolo di coordinamento, indirizzo e controllo dell’Ufficio Benessere degli Animali.
 
L’Ufficio Tutela e Benessere Animali fagocitato all’interno del “Verde pubblico e decoro urbano”.
 
Visconti: “solo un provvedimento provvisorio”. Ma le associazioni ambientaliste, visti i precedenti, non si fidano. A fine gennaio un altro scandalo: la candidatura (poi smentita) di un vivisettore come direttore dell’ufficio
 
DI AMBRA MURÈ

Un terremoto scuote il mondo animalista della Capitale: l’Ufficio Tutela e Benessere Animali (UTBA) rischia di chiudere.

L’allarme proviene dal fronte compatto delle associazioni (Enpa, Lav, Leidaa, Lega difesa del cane, Oipa), che in una nota attaccano: “la Giunta Alemanno ne sta decretando la morte”. “Notizie che giungono dal Campidoglio” parlano infatti di una delibera di Giunta con la quale “l’Unità Organizzativa dell’UTBA cesserebbe di esistere per essere fagocitata dal ‘Verde pubblico e decoro urbano’”. Con gli animali ridotti “alla stregua delle scritte che imbrattano i muri della capitale, se non addirittura dei rifiuti”.

LA SMENTITA DI VISCONTI – Vero? Falso? L’Assessorato all’Ambiente, guidato da Marco Visconti, smentisce. Garantendo che “si tratta soltanto di un provvedimento provvisorio, propedeutico ad una riorganizzazione dell’ufficio”. Roba di quindici giorni al massimo. “Nessuna diminutio alle strutture deputate alla valorizzazione e alla tutela degli animali”, gli fa eco il Dipartimento Ambiente, che ribadisce la tesi della “riorganizzazione della struttura, volta ad efficientare l’operatività di tutti i settori”. E precisa che, “in attesa di definire nel dettaglio tale riorganizzazione”, “tutte le attività tecniche e gestionali” passeranno a “un apposito Servizio”. Composto, come si tiene a sottolineare, da “personale qualificato” e “diretto da un dipendente dell’area apicale di lunga esperienza”. Ma le associazioni animaliste non si fidano e minacciano la rivolta: “manifestazioni in Assessorato e direttamente dal Sindaco Alemanno, oltre alla raccolta di migliaia di firme per fermare l’annullamento della tutela comunale degli animali”.

VIA I “DIRITTI” DAL NOME  – Fondato nel 1994, l’allora Ufficio Diritti Animali (UDA) è stato il primo esempio in Italia di un ufficio comunale appositamente chiamato a occuparsi dei diritti dei “cittadini non umani”. Praticamente una rivoluzione, in primo luogo culturale. Cambiata la giunta, è però cambiata la filosofia. E anche il nome: dall’aprile del 2009 l’UDA è infatti diventato UTBA (Ufficio Tutela e Benessere degli Animali). Come racconta la consigliera capitolina Monica Cirinnà (Pd) in un articolo contenuto nel prossimo numero del mensile di Paese Sera, “quando chiesi il perché di questa scelta, l’allora capo del Dipartimento Ambiente, Paolo Togni, mi rispose candidamente: ‘perché gli animali non hanno diritti’”.

UN VIVISETTORE COME DIRETTORE? – Questo fu solo l’antipasto, il biglietto da visita di quella che Enpa, Lav, Leidaa, Lega difesa del cane e Oipa definiscono “la mancanza di una politica comunale sugli animali”. L’ultimo scandalo in ordine di tempo risale alla fine di gennaio, quando si diffuse la voce (poi smentita) di un prossimo avvicendamento al vertice dell’Ufficio. Per occupare la poltrona dell’attuale direttore, Marcello Visca, venne avanzata la candidatura di Giovanni Monastra, uomo noto nell’ambiente per il suo impegno più che ventennale nel campo della sperimentazione medica su animali vivi. Dopo le proteste e le diffide degli animalisti, Visca è rimasto al suo posto. Non si sa ancora per quanto. 

Ambra Murè