IL MORSO DELLA ZECCA

CHE PUO’ UCCIDERE I NOSTRI CANI

 Cosa è importante sapere su malattie subdole come l’ehrlichia e la rickettsia

Mad soffre di ehrlichia

A chi non è capitato sentire qualcuno dire: “ll mio cane è morto perché lo ha punto una zecca”? E’ bene fare chiarezza, per capire e prevenire.

Stiamo parlando di due malattie subdole, entrambe portate da zecche infette: l’Ehrlichiosi e la Rickettsiosi.

Il serbatoio di entrambe le malattie è costituito da una zecca, Rhipicephalus sanguineus, che una volta che si è infettata dopo aver effettuato un pasto di sangue su un cane ammalato può infettare a sua volta altri animali, attraverso successivi pasti di sangue su cani non ammalati.

Il primo cane ammalato può manifestare una forma acuta della malattia ma anche una forma cronica o addirittura una forma priva di sintomi clinici (portatore asintomatico).

Questa zecca infetta può trasmettere la malattia per un periodo di tempo che può arrivare anche a cinque, sei mesi dopo il suo primo pasto di sangue su di un cane ammalato.Addirittura, se la zecca si infetta nel periodo finale dell’ estate e riesce a sopravvivere all’inverno, può trasmettere la malattia durante la primavera dell’anno successivo.

Una volta che la zecca infetta un cane sano, la malattia può avere un’evoluzione acuta o cronica.La fase acuta può avere una durata di 15-30 giorni, durante i quali i parassiti si moltiplicano all’interno di alcune cellule del sangue, del fegato, della milza e dei linfonodi, causando una progressiva anemia, che peggiora man mano che la malattia evolve verso la cronicità. Nel cane infetto gli esami ematologici mettono soprattutto in evidenza: anemia, neutropenia, trombocitopenia e linfocitosi. Il quadro clinico è quello di poliartrite caratterizzata da lieve stato febbrile, zoppia e quindi da decubito forzato per l’impossibilità che manifesta l’animale a rimanere in stazione eretta e a deambulare. Sono interessate una o più articolazioni, che aumentano di volume e sono dolenti al tatto. La fase cronica può invece periodicamente riacutizzarsi, con un grave decadimento dello stato dell’animale ammalato.

Oltre ad una fase acuta e cronica della malattia, si può avere una forma subclinica. L’animale può non presentare nessun sintomo clinico della malattia e tale periodo può addirittura variare da due mesi a 5 anni. Da questa fase subclinica si può passare alla guarigione dell’animale se il suo sistema immunitario riesce a difenderlo in modo adeguato, altrimenti si può passare ad uno stato di cronicità della malattia.

I sintomi clinici che più di frequente un animale presenta possono variare a seconda dello stato della malattia:

  • febbre che supera i 40° gradi
  • inappetenza
  • depressione
  • anemia
  • difficoltà respiratoria
  • rinite emorragica
  • poliartrite
  • congiuntivite
  • aumento di volume dei linfonodi

Man mano che la malattia evolve, e soprattutto in assenza di un opportuno trattamento terapeutico, si possono presentare ulteriori gravi fenomeni, soprattutto emorragici:

  • perdita di sangue dal naso
  • presenza di sangue nelle urine o nelle feci
  • emorragie sulle mucose e sulla pelle in corrispondenza dell’addome e delle parti prive di pelo

Altri sintomi riscontrabili, anche se con meno frequenza, sono l’edema della cornea che porta ad un opacamente e la difficoltà a camminare, fino ad arrivare addirittura a delle paresi su uno o più arti come conseguenza di piccole emorragie del Sistema Nervoso Centrale.

A complicare ancora di più le cose, si può instaurare uno stato di immunodepressione, causato da una seria compromissione del sistema immunitario. Questa immunodepressione può facilitare l’instaurarsi di infezioni secondarie causate da vari microrganismi.

Vista la gravità della malattia, e non essendo presente attualmente alcuna possibilità vaccinale, è importantissima la prevenzione, che deve essere instaurata con il controllo delle zecche, sia nell’ambiente nel quale vive il cane, sia sul cane stesso per evitare che possa essere punto durante le sue passeggiate giornaliere.

I prodotti antiparassitari presenti in commercio, sono tanti e con varie formulazioni: polveri, spray, collari, prodotti “spot on”. Tutti prodotti che vengono assorbiti attraverso la cute o addirittura iniettabili.

E’ molto importante che la zecca rimanga attaccata il meno possibile alla cute dell’animale poiché si è visto che più tempo rimane attaccata maggiori sono i rischi di trasmissione della malattia.

Ultima considerazione molto importante è quella di iniziare la prevenzione nei confronti delle zecche già all’arrivo del primo caldo (aprile-maggio) prima che le zecche comincino a farsi vedere nei prati o nei luoghi frequentati dall’animale.