Per molti era “matricola 1709/2022”. Per chi gli ha voluto bene era “Gas”, un gioviale cucciolo di simil pastore tedesco con tanta voglia di vivere.

Il 19 agosto è deceduto presso il canile di Muratella, che lo aveva accolto, piccolissimo e in ottima salute, a settembre 2022.
Dopo mesi di malnutrizione, diarrea e disidratazione segnalati da operatori e volontari, Gas ha detto stop. Ha chiuso gli occhi dietro le sbarre della sua gabbia, in attesa di una ecografia di “urgenza” a cui non è mai stato sottoposto e mentre sognava l’adozione.
Fine della storia. La sua breve parentesi di vita si chiude qui, senza ulteriori spiegazioni.

E il bello – sarebbe giusto dire il peggio – è che il decesso di Gas non fa notizia. Come il quotidiano bollettino sul Covid alla terza ondata di pandemia o l’ennesima velina sui domiciliari assegnati al coniuge violento, con tragiche conseguenze annesse. “Succede”.

Non sono più tornati dal ponte dell’arcobaleno

Dal 2020, i volontari del Canile di Muratella e Ponte Marconi hanno visto sfilare sul ponte dell’arcobaleno:

Alexis
Aristide
Belen
Briciola
Byron
Clark
Danka
Diego
Gas
Giorgio
Glory
Igor
Joy
Leandro
Lucky
Lucy
Luigi
Maro
Max
Med
Naif
Nerone
Norma
Oreste
Palla di Neve
Pippo
Red
Ricky
Rocky
Roger
Rognosetto
Salsiccia
Sonny
Van Damme
Will
Zazà
e molti altri cani di cui sappiamo poco e nulla.

È accaduto così tante volte che un cane morisse in canile, che non ci suona più strano. Abbiamo parlato così tanto spesso delle precarie condizioni in cui i cani versano nei lager a cui l’uomo li ha costretti per garantire i propri interessi, che ci sembra normale che si ammalino in continuazione.

 

L’assuefazione rende la realtà meno terribile

L’assuefazione mitiga anche le cose più spaventevoli” diceva Esopo nelle sue Favole 2600 anni fa. Nel bene o nel male, in tutti questi secoli non è mai stato smentito.

Siamo assuefatti al fatto che i cani di Muratella e Ponte Marconi si nutrano di cibo scadente.
Siamo assuefatti al fatto che non ricevano le cure adeguate anche quando a causare loro un problema di natura fisica e psicologica sia chi doveva prendersene cura dietro un compenso economico.
Siamo assuefatti alla loro morte in canile, anche in tenerissima età.
Siamo assuefatti a che non ci vengano fornite spiegazioni a queste morti assurde o, peggio, ci accontentiamo alla più bugiarda delle scuse: “il cane era sotto stress”.
Tolleriamo senza indignazione che “i migliori amici dell’uomo”, fino a che restano di pubblica proprietà, vengano trattati peggio del peggior nemico, del più becero criminale. Senza passare per un tribunale, senza alcuna difesa di ufficio.

Qualcuno si indigna ancora, si vergogna un poco per la razza a cui appartiene, ma poi passa. Pochi, pochissimi, come noi, provano rabbia, una rabbia violenta.

Per noi volontari la rabbia è un veleno che nasce da dentro, per aver previsto tutto, da tanti anni.

Ed è un veleno che sa propagarsi al futuro, trasformarsi in profezia nefasta. Dall’esperienza accumulata in anni di gestioni al massimo ribasso, di promesse non mantenute e prescrizioni mediche inattese, sappiamo che quello che è accaduto a Gas e a tutti gli angeli pelosi incapaci di rancore che abbiamo lasciato volare al cielo, si ripeterà.

Come in ogni guerra, ci saranno altri caduti sul fronte.
E, ancora una volta, non farà notizia.