Siamo onorati di poter dare spazio al cane Italo: grazie Massimo per averci mandato queste foto e questa storia.
Una Shibuya Hachikoguchi siciliana.
Shibuya e’ una stazione ferroviaria del Giappone.
La Shibuya Hachikoguchi e’ l’uscita della stazione di Shibuya dedicata ad Hachiko.
E’ dove era la sua cuccia.
E’ dove fu eretta una statua in suo onore.
Anche in sicilia, a Scicli, dovrebbero ereggere un monumento.
Non soltanto al cane questa volta ma anche alla sua gente. Alla gente di Scicli.
Alla sua civilta’, al suo amore, alla sua tolleranza.
Per quella cuccia di legno colorata vicino, ma proprio vicino, all’ingresso del comune.
Per quella cuccia e per quella ciotola piena di croccantini e per quell’altra d’acqua.
Accanto a dove la gente entra per fare i certificati, dove entrano sindaco, assessori, impiegati e cittadini.
Dove passano tutti. Come alla Shibuya Hachikoguchi.
Italo dorme nella sua cuccia, sonnecchia, apre gli occhi, ti guarda, si stira.
Giusto il tempo di un paio di foto e decide di uscire, di accompagnarti per il paese.
Lo fa con noi, lo fa con tutti i turisti, raccontano.
E’ subito amore.
E non sai se ti segue o se lo segui.
Ed e’ tutto un salutare Italo. Gente che si ferma, auto che si fermano, finestrini che si abbassano, amici che gli parlano.
Ciao Italo, come stai Italo, bella giornata Italo, grande Italo.
Una chiesa. Chissa’ se ci aspettera’.
E invece entra. Entra anche lui. In chiesa.
Raccontano. Raccontano con che entusiasmo, di Italo.
Che va appresso alla banda musicale, che non manca mai alle feste del paese, che e’ straordinario, che come fai a non volergli bene.
Che e’ uno di noi.
Che in una sola chiesa non volevano lasciarlo entrare e che la gente si e’ ribellata e che ora entra anche li’.
Su, su per la salita, fin sull’ultima chiesetta altissima sul paese, e poi giu’, di nuovo in piazza.
E raccontano ancora che va’ al cimitero a trovare il suo ragazzo rumeno con cui era arrivato.
Stiamo per entrare in un piccolo negozietto di souvenir.
Qui pensi che no ! Qui proprio non puo’ entrare. Non deve entrare.
E’ troppo pieno di roba troppo fragile. Troppo pieno di possibili guai per un bellissimo meticcio chiaro di 25 kg.
E invece entra anche lui. Anche qui.
Italo esci, qui no !, adesso ci fai strillare tutti.
Ma lui ti guarda tranquillo, come di chi sa’ il fatto suo.
Arriva la commessa … e quasi cerchi di scusarti … per Italo … per averlo in qualche modo fatto entrare.
Ma non c’e’ bisogno.
Bravo Italo, li hai portati tu ?
Non sai se ti segue o se lo segui.
Italo e’ di casa anche qui.
E raccontano che va appresso alla banda musicale, che non manca mai alle feste del paese, che e’ straordinario, che come fai a non volergli bene.
Che e’ uno di noi.
Che va in chiesa e in una sola chiesa non volevano lasciarlo entrare e che la gente si e’ ribellata e che ora entra anche li’.
Che va’ al cimitero a trovare il suo ragazzo rumeno con cui era arrivato.
Raccontano che il consiglio comunale si e’ riunito e ha fatto una ordinanza apposta per Italo.
Una ordinanza che vieta di dargli da mangiare.
Perche’ troppo ingrassato.
Ingrassato dall’amore di questa meravigliosa gente di Scicli.
Massimo
Lunedì 31 gennaio 2011, alle ore 20,20, circondato dalle amorevoli cure dei suoi amici, è morto il cane Italo, campione di umanità. Un lume è stato acceso davanti alla cuccia del cane mascotte di Scicli in via Mormina Penna. La pioggia ha baciato il suo arrivederci
P.S.: Scicli è la località in provincia di Ragusa balzata agli onori delle cronache il 15 marzo del 2009, e nei giorni successivi, a causa della morte di un bimbo di 10 anni, Giuseppe, il ferimento di una turista tedesca ed il ferimento di un bambino di nove anni ad opera di un gruppo di cani malgestiti da una persona cui erano stati affidati. Il Sindaco di Scicli aveva parlato allora di “tragedia annunciata”. Il Sindaco di Modica aveva addirittura invocato la soppressione dei cani randagi. La Procura della Repubblica di Modica aveva autorizzato i carabinieri al loro abbattimento. Le forze dell’ordine di Marina di Modica e di Scicli reagirono spararono sui cani. Tutta Italia si mobilitò per riportare la calma e far chiarezza sull’accaduto. Delegazioni ministeriali si precipitarono sul posto. Il solito balletto di accuse tra Regione (responsabile delle ASL, competenti per la sterilizzazione degli animali randagi) e Comune (proprietario degli animali e quindi responsabile del loro benessere).
Luci ed ombre. Con gli animali sullo sfondo. Talvolta vittime. Talvolta protagonisti. Dell’irresponsabilità e dell’incoerenza umana.
a dimostrazione di quanto ha detto ieri la procacci nella sua orazione a “le altre facce dell’amore”: empatia! la convivenza senza gabbie, senza muri è possibile ed è un dono preziosissimo e anche in questo caso dipende solo dall’uomo che deve essere disponibile a superare i propri limiti e pregiudizi! grande Italo, grandi i cittadini di scicli! grazie!
Grazie per questo racconto che riempie il cuore di amore e di speranza. Una speranza per tutti gli Italo del mondo… perché è possibe colmare tutte le inutili distanze tra esseri viventi.
Tanto di cappello a questo splendido paese!!! grandi cuori grazie da parte di tutti noi che amiamo queste povere bestiole!
… ma è una storia bellissima! tutte le foto sono simboliche ma l’ immagine del cane che entra da solo in chiesa dà un senso di accettazione, di civiltà, che dovrebbe essere d’esempio per tutti i cittadini italiani. ancora maggiore l’orgoglio perchè la storia descritta viene da una cittadina di quel sud italia così martoriato da tante vessazioni denunciate, per fortuna, sugli animalisti.