IL CIMURRO: UNA MALATTIA GRAVE MA NON IMPOSSIBILE DA CURARE

Charly Brown colpito da cimurro e poi adottato

Colpisce cuccioli e cani anziani e, anche se ben curata, può lasciare dei danni che non impediscono agli animali di vivere la loro vita con sufficiente serenità

Il cimurro (Morva Canina) è una malattia infettiva contagiosa da virus filtrabile (paramixovirus, un virus correlato con il virus del morbillo umano e con quello della peste bovina). La malattia è diffusa in molte aree del globo terrestre ad eccezione delle zone a clima caldo e secco come l’Africa.

E’ una malattia spesso letale e colpisce i cani e in genere i canidi (volpe, lupo, coyote, ecc.), il furetto e molto raramente i gatti. Provoca immunodepressione ed è caratterizzata da turbe del sistema nervoso convulsivanti e paralizzanti, oltre al catarro nasale.

La fonte principale di infezione è la via aerogena attraverso lo scolo oculo-nasale: in questo senso, fondamentale appare il contatto diretto tra soggetto ammalato e sano. Gli animali possono ricevere il virus da particelle di saliva, ma anche da urina e feci di animali infetti. . Secondo alcuni ricercatori, il virus si può trasmettere dalla madre al feto anche per via transplacentare

La malattia, insomma, si trasmette tramite il contagio diretto da animale infetto ad animale sano. Il contagio indiretto risulta difficile in quanto il virus è estremamente sensibile agli agenti atmosferici (raggi UV, calore) e ai disinfettanti. Da ciò risulta che tramite le normali operazioni di pulizia condotte all’interno degli ambienti in cui vivono gli animali è possibile eliminare la malattia.

Il cimurro può colpire tanto i soggetti molto giovani quanto quelli avanti con l’età.

I soggetti a rischio maggiormente elevato sono i giovani cani di poche settimane di vita, che manifestano prontamente una importante ipertermia, disidratazione, inappetenza, ottundimento e diarrea emorragica. Nei primissimi giorni dopo il contagio, si noterà solamente un ingrossamento dei linfonodi del muso e del collo. In seguito, a causa della diffusione del virus e della sua localizzazione nell’apparato respiratorio, digerente e nervoso, insorgeranno tutti gli altri sintomi. Dopo un periodo di incubazione di 3-7 giorni, comparirà febbre con anoressia (l’animale smette di mangiare), scolo nasale ed oculare, congiuntivite, sonnolenza, riflessi rallentati, tosse, starnuti, diarrea, vomito. A volte si presentano lesioni cutanee simili a pustole.

Nei soggetti di almeno due-tre mesi di età si instaura una caratteristica ipertermia ad andamento bifasico che vede un periodo ipertermico di 2-3 gg seguito da remissione e da un secondo periodo ipertermico che dura per tutta la malattia.

I principali sintomi sono inizialmente generici: malessere, anoressia, febbre (generalmente con due picchi a dieci-quindici giorni di distanza l’uno dall’altro).

La sintomatologia del cimurro è però molto varia e dipende dalla patogenicità del ceppo virale, dalle condizioni ambientali, dall’età e dallo stato immunitario dell’animale recettivo.

A tal proposito basti pensare che più del 50% delle infezioni è di tipo sub-clinico e che spesso è possibile osservare delle forme lievi caratterizzate solo da febbre, anoressia e rino-faringite. A volte può essere presente uno scolo oculo-nasale sieroso o mucopurulento.

Accanto a queste forme benigne, esistono però delle forme più gravi e generalizzate ad esito solitamente infausto che si osservano più di frequente nei cuccioli non vaccinati e senza protezione degli anticorpi materni.

In questi casi la sintomatologia è caratterizzata da febbre, anoressia, vomito, diarrea, disidratazione, congiuntivite da sierosa a mucopurulenta, tosse dapprima secca e poi umida e produttiva, ipercheratosi del tartufo e/o dei cuscinetti plantari.
Talvolta negli animali che sopravvivono alla forma generalizzata e a distanza di circa 10-20 gg. dal termine di quest’ultima compaiono i sintomi nervosi che col passare del tempo divengono sempre più gravi.

I sintomi nervosi del cimurro possono essere diversi e fra questi si ricordano convulsioni, paresi, paralisi, masticazioni a vuoto (movimenti di chewing-gum), cecità, mioclonie (movimenti involontari di gruppi di muscoli) osservabili spesso quando il cane dorme, iperestesia ed opistotono.

I sintomi nervosi del cimurro si osservano anche nei cani adulti che da cuccioli hanno subito un’infezione lieve o sub-clinica: in questi casi si parla dell’encefalite del cane adulto e dell’encefalite demielinizzante. Queste forme sono generalmente caratterizzate da incoordinazione motoria progressiva e da esito fatale.
La diagnosi clinica di cimurro non è agevole salvo che nelle forme tipiche. Risulta quindi indispensabile ricorrere al laboratorio per la diagnosi di certezza. Le principali prove di laboratorio sono senz’altro quelle immunocitologiche sulle cellule epiteliali genitali o della congiuntiva, oppure sul sedimento urinario, oppure sulle cellule del liquido cefalorachidiano.

Inoltre, si ricorda l’impiego di test immunologici atti a svelare la presenza di anticorpi (quali le IgG e le IgM) nei confronti di CDV oppure le tecniche biomolecolari in grado di mettere in evidenza anche piccole quantità di virus nell’animale infetto.
La profilassi nei confronti del cimurro va condotta tramite l’impiego dei vaccini a virus attenuato e solitamente in associazione con leptospira ed adenovirus ed attraverso il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie degli ambienti in cui gli animali si trovano a vivere soprattutto nei primi mesi della loro vita.