Il rifugio comunale Vitinia ex Poverello, tenuto chiuso dall’Ufficio Benessere degli Animali di Roma Capitale dal 2010
Roma, 27 maggio 2014 – Lettera aperta della LAV al “Piano canili” annunciato dall’Assessore di Roma Capitale Estella Marino:
“Gentile Assessore Marino, abbiamo avuto modo d’incontrarla per la prima volta nelle scorse settimane, a quasi un anno dal suo insediamento, condividendo con lei le criticità più importanti concernenti il randagismo romano e mettendola in guardia sui tecnicismi e l’esperienza che sono alla base di una corretta tutela amministrativa degli animali.
Ci rincresce constatare oggi che la sua prima dichiarazione concreta per gli animali di Roma sia un piano di chiusura dei canili comunali, che se realmente attuato, provocherebbe uno sproporzionato aumento di animali randagi e un danno erariale – strutturale difficilmente colmabile.
Sei milioni di euro sono certamente molti ma è il costo strutturale del randagismo, gli animali oltre al cibo hanno anche bisogno delle cure, delle medicine, della luce, dell’acqua e del personale in regola e qualificato che lo accudisca!
Capirà anche perché da tempo le associazioni chiedono a gran voce delle serie misure di prevenzione del randagismo, già disponibili ed economiche, basta un po’ di motivazione strategica.
Con più di 5000 cani randagi sul territorio – nessuna iniziativa comunale tesa al contenimento del randagismo e poi la chiusura di gran parte dei servizi comunali volti alla sua prevenzione – più di 2000 cani ospitati nelle strutture comunali, nessuna persona di buon senso chiuderebbe delle strutture comunali.
Una strategia già tentata in passato ma rivelatasi fallimentare e dannosa, perché non si saprebbe più dove mettere le decine di cani che quotidianamente vengono catturati o ceduti, provocando un aumento dei randagi e dei problemi di sicurezza pubblica connessi – perché si dovrebbe ricorrere a strutture private con uno sproporzionato aumento di spesa – perché dipendendo necessariamente dalle strutture private convenzionate si perderebbe il potere contrattuale con esse, sia in termini economici che di compromessi sul benessere degli animali – perché si chiuderebbero posti di lavoro a Roma.
Semmai verrebbe di pensare a risanarle, come annunciato nel programma elettorale del suo Sindaco, una deduzione alla quale sono arrivati anche i due precedenti Assessori, agguerriti quanto lei nelle “chiusure”.
Quanto detto anche in considerazione del fatto che dal 9 ottobre 2013 l’Assessorato da lei diretto ha sulla coscienza la gestione di 350 cani e 150 gatti che, nonostante le migliorie apportate dal sequestro penale, sono costretti ancora a vivere in gravissime condizioni all’interno del rifugio Parrelli e alla mercè degli indagati.
Per questi motivi di grave crisi e urgenza, non sbagliamo nel definire irresponsabili e lesivi i dispositivi di blocco degli ingressi recentemente emessi da due ASL romane, proprio in danno alle strutture comunali che lei ha deciso di chiudere o limitare.
Nel merito del canile della Muratella, dichiarando un numero massimo di 250 cani ha esplicitamente annunciato di voler mandare una struttura comunale a meno della metà delle sue potenzialità, è infatti accertato che i box del canile della Muratella sono ben al di sopra dell’esigua misura prevista dalla nostra obsoleta normativa regionale, quindi con certezza la struttura è autorizzabile per un numero di cani che stando alle misure di legge, sarebbe disastrosamente ben più alto dell’attuale.
Lontani dal voler promuovere tali misure – che da sempre osteggiamo – le comunichiamo formalmente che strutture simili a quella della Muratella, ancor più perché canili sanitari e quindi di mero passaggio degli animali, sono normalmente autorizzate in tutta Italia per un numero corretto di 600/700 cani.
Facciamo appello in tal senso al Direttore generale della ASL RMD perché competente gerarchicamente alla correzione responsabile di un atto drammaticamente dannoso per gli animali e per le risorse comunali.
Le assicuriamo che tutti i cittadini romani e tutte le associazioni hanno ben chiare le differenti motivazioni – interessi e responsabilità connesse al randagismo e alla gestione dei canili, che animano i comuni e le asl e che spesso sfociano in rimpalli di responsabilità, giochi di forza e protagonismi di qualche dirigente.
Ci perdoni ma nessuno a Roma crede nella casualità con la quale, dopo circa dieci anni di tolleranza, ben due Asl con tempismo perfetto, in un momento di grave urgenza di ricoveri, abbiano bloccato per motivazioni amministrative, due differenti strutture comunali proprio qualche giorno dopo che tali strutture fossero state riconosciute idonee ad ospitare gli animali provenienti del recente sequestro del canile Parrelli.
E’ per sgretolare tali anomale condizioni, che la normativa vigente attribuisce al Sindaco poteri che può e deve normalmente usare per derogare o annullare atti irresponsabili, mediando con misure equitative atte a tamponare le concrete emergenze sanitarie e di pubblica sicurezza presenti sul territorio.
Misure perfettamente legittime emesse quotidianamente da decine di sindaci italiani responsabili, ma che solo il Comune di Roma Capitale ignora.
Prendiamo atto del suo forte desiderio di ripristino della legalità che manifesta volendo chiudere le strutture non autorizzate, ma ci chiediamo come mai altrettanto zelo non sia stato dimostrato per il canile Parrelli, fuori norma per gli organi inquirenti e oggi ancora autorizzato dal comune.
Le ricordiamo che tanto la Procura della Repubblica quanto il Tribunale del Riesame hanno segnalato la gravissima situazione sanitaria e strutturale in cui versano quei poveri animali, affidati alla custodia di un Comune che ancora oggi non ne autorizza il trasferimento, giustificandosi dietro una carenza di fondi e di posti disponibili.
Tutti i cittadini romani osservano il suo operato e si chiedono come noi, come mai l’Assessorato ha dichiarato senza alcuna giustificazione di non poter richiedere alcun tipo d’ingresso in deroga per i cani del Parrelli, mentre per altri casi di suo interesse – nello stesso periodo – ha ottenuto una deroga di trasferimento per circa 60 cani.
Come mai per gli animali sequestrati non ci sono risorse, mentre per i cani comunali compaiono all’improvviso le risorse per trasferire circa il doppio dei cani e dei gatti presso strutture convenzionate.
Come mai si rispetta diligentemente un discutibile atto amministrativo di blocco sanitario della ASL, facilmente ovviabile per il Comune e non vincolante, mentre si evade un ordine perentorio dell’Autorità Giudiziaria impartito per risolvere una grave criticità sanitaria, autorizzata dal comune e oggi dallo stesso ignorata.
Le ricordiamo inoltre che le attività di adozioni già limitate alla sola giornata del giovedì, indicate dal Custode quale metodo alternativo per lo svuotamento del Parrelli, dovranno essere ulteriormente ridotte per motivi di opportunità ad alcuni giorni preventivamente concordati per gruppi di adottanti.
Nel merito del canile del Poverello, restiamo perplessi perché così facendo si tenta di chiudere l’unico parco canile romano, una struttura che altri enti qualificati hanno definito perfettamente sanabile e autorizzabile, la invitiamo per tanto a verificare l’attendibilità di tali certificazioni per non commettere un grave danno alla città di Roma.
Ci rincresce dirle che le iniziative da lei annunciate sono tecnicamente un grave errore d’inesperienza, frutto di una chiusura verso gli operatori di settore, verso il loro contributo e le soluzioni da loro proposte.
Una chiusura cominciata con la demolizione dell’ufficio diritti animali avviata dalla Giunta Alemanno e ora da lei perseverata.
Con l’insediamento della nuova Giunta comunale, ci aspettavamo un periodo di rinascita delle collaborazioni d’idee e iniziative programmatiche, una inversione di marcia mai avvenuta, che oggi trova il suo apice in un programma che suicida l’indotto comunale deputato al contenimento del randagismo e osteggia gli oneri morali e giuridici di una custodia giudiziale.
E’ impossibile massimizzare i risultati senza una coordinazione delle azioni comunali con quelle stesse associazioni che oggi, assorbono a proprie spese, circa il 70 delle attività che il comune e le ASL non garantiscono sul territorio.
Ci auguriamo che la riunione indetta con le associazioni per giovedì prossimo possa servire a convincerla dell’errore che si sta commettendo con al politica delle “chiusure” sia delle strutture che delle collaborazioni con le associazioni.
Distinti saluti.
Ilaria Innocenti Andrea Cristofori
Resp.le LAV settore cani e gatti Resp.le LAV canili
Il canile Parrelli di Roma, sotto sequestro dal 9 ottobre 2013. La sua autorizzazione sanitaria non è stata ancora revocata dal custode giudiziario, l’Ufficio Benessere degli Animali di Roma Capitale
bella domanda, sarebbe interessante avere una risposta…
In quanto esposto dalla LAV ci sono diverse imprecisioni: ad esempio i box di muratella non sono affatto delle dimensioni previste dalle norme regionali, anzi non sono neanche delle dimensioni previste dalle norme dello stesso comune di roma (controllare per credere)….. e poi quanta confusione su canili sanitari e rifugio!
la Lav ha fatto una analisi della situazione perfetta. complimenti ma tanto le orecchie a cui sono rivolti gli appelli sono sorde. Basta però che smettano di chiamarsi ufficio tutela animali togliendo l’aggettivo tutela.
salve, ma tutti i cani che non vegono accalappiati per il blocco del simpatico direttore dell’ospedale veterinario (poi che ospedale sarà che chiude alle 19.00!!) qualcuno si preoccupa di sapere che fine stanno facendo ?
comune di Roma ma che veramente vi state facendo mettere in scacco da loro? ma veramente la vostra unica preoccupazione è non prendervi alcuna responsabilità così le asl non vi maltrattano ? ma dove stà la Cirinnà mia cara Senatore ma non sei dello stesso partito di questa gente ? perchè non li fermi?
Ciao Laura, i box doppi di Muratella hanno giusto qualche metro quadrato in meno della normativa regionale ma hanno TUTTI accesso ad un giardino comune dove TUTTI i cani sgambano durante il giorno, moltiplicando in questo modo la metratura richiesta a cane. In piu’, i cani escono in passeggiata con i volontari e non sono chiusi in un box a vita. In più, il turn over di cani nel canile Muratella è talmente alto – viste le migliaia di adozioni che facciamo ed i ricongiungimento con le famiglie che li hanno smarriti (nel 2013 sono entrati 1837 cani e ne sono usciti 1902)- che possiamo a voce alta dire che Muratella è solo un luogo di passaggio. Nel caso di cani di difficile adozione, convieni con me che se fosse aperto il rifugio comunale Vitinia ex Poverello essi non starebbero a Muratella ma tranquillamente in recinti di 30 mq, decisamente più grandi di quanto previsto dalla Normativa? E poi, non pensi anche tu che il cane – essendo animale sociale – trae benessere dal vivere in coppia? dobbiamo costringere un cane a stare solo in un box doppio per responsabilità di pochissimi metri quadrati mancanti? Io sono disponibile per un confronto su questo tema. Tu? grazie simona
sapete bene come la penso va applicata la DGR 43/10 e va distinto il canile sanitario da quello rifugio. Le finalità sono diverse e così devono essere le strutture.
Io sempre stata disponibile anche in tempi non sospetti!
Ciao Laura, conosciamo bene la DGR 43/10 ma prima di lei è proprio sul numero congruo dei cani a Muratella che sono anni che “non ci capiamo”. Condivido anche io che a Muratella vada definito il settore contumaciale (canile sanitario?) ma un conto è identificare un settore destinato ai cani in ingresso ed un conto è trasformare Muratella in un canile da 250 posti! e poi non credi anche tu che le gabbie destinate ai cani in ingresso (canile sanitario?) vadano comunque gestite dal personale che fa questo mestiere da anni? ciao Simona
Il canile sanitario non equivale al canile contumaciale (anche il canile rifugio ha bisogno di una zona contumaciale): la DGR 43/10 chiarisce nuovamente il concetto di canile sanitario e canile rifugio e anche chi fa che cosa nelle due distinte strutture che se anche situati nello stesso posto devono essere strutturalmente e funzionalmente separati. Le regole per la gestione non sanitaria sono elencate al punto D della DGR.
PS i box di Muratella cerchi interni hanno superficie di 5, 16 mq (molto molto al di sotto di quanto previsto dalla norma attualmente presa a riferimento per le dimensioni dei box nei canili rifugio ovvero la DGR 866/06 – come da punto A.4 della DGR 43/10 che dava tre anni per adeguare le strutture esistenti).
Sono d’accordo che i cani debbano quando possibile vivere in coppia ma il box allora deve essere di 12 (6+6) mq e quindi neanche i box esterni di Muratella sono grandi abbastanza. Muratella ha bisogno di essere ristrutturato così come sono stati ristrutturati tanti altri canili nel Lazio.
Ciao L.
PPS Sui parchetti esterni di Muratella ci sarebbe da fare un lungo discorso!