CURARE LA LEISHMANIA: OGGI SI PUO’

Bau soffre di leishmania ma lo stiamo curando

Che cosa è

La leishmaniosi è una malattia infettiva causata da varie specie di protozoo appartenente al genere leishmania. Questa malattia colpisce i cani e l’uomo, anche se nella sua trasmissione sono implicati altri ospiti (serbatoi) rappresentanti da roditori e altri animali selvatici. Nel bacino del Mediterraneo è presente la L. Infantum.

Diffusione

In Italia, la leishmania (parassitosi) si riscontra soprattutto nelle zone rurali e periferiche della fascia costiera, fino ad una altitudine di 700-800 metri, raramente nelle zone dell’estremo nord. La malattia è tipica dei climi caldo-umidi come quelli marittimi. Focolai di una certa entità sono stati riscontrati in quasi tutte le isole, in particolare nell’isola d’Elba, sul promontorio del Monte Argentario, in Sicilia, Campania, Abruzzo, Molise, Puglia e Calabria.

Trasmissione della malattia

Alcuni insetti (flebotomi) trasmettono la malattia attraverso la puntura, e quindi la diffusione della stessa non avviene per contatto né per l’uomo né per gli altri cani. Il flebotomo è di aspetto simile ad una zanzara molto piccola di 2-3 mm. La femmina ha bisogno di un pasto di sangue per la maturazione delle uova e quindi punge. Il flebotomo punge solo in alcune ore e periodi e cioè da Aprile-Maggio sino a Settembre, soprattutto durante le ore notturne. Dopo essersi nutrito, può restare sino a 15 giorni senza nutrirsi e compie spostamenti di 800-1000 metri come campo di azione. Il periodo di incubazione della malattia può variare da 1 mese a 3 anni e oltre. L’età dei soggetti colpiti varia da 8 mesi a 11 anni con una percentuale maggiore dei cani di età compresa tra i 4 e i 6 anni.

Sintomatologia

La sintomatologia è molto varia. I sintomi più frequenti sono sfoltimento del pelo, in particolare intorno agli occhi, allungamento ingiustificato delle unghie, ingrossamento delle ghiandole linfonodali, emorragie del naso, nefrite croniche, dimagrimento e anemia.

Un aiuto alla diagnosi clinica che può essere dato da un profilo generale ematologico ma la conferma definitiva della diagnosi verrà data dagli esami di laboratorio che mirano alla ricerca diretta della leishmania: aspirazione ad ago sottile del linfonodo, biopsia midollare, biopsia cutanea, impressione diretta o per raschiamento di ulcere e granulomi e dagli esami sierologici di laboratorio. Talvolta un singolo esame non basta a svelare la positività della malattia per cui, in caso di forte sospetto di leishmaniosi, occorre combinare più esami per avere un risultato certo.

Cura della malattia

La leishmaniosi canina è una patologia di difficile soluzione, nonostante ciò se la malattia è diagnosticata all’inizio ed il soggetto è giovane, con una opportuna cura è possibile ottenere la risoluzione clinica dei sintomi. Mentre in campo umano per fortuna la terapia porta ad una possibilità di guarigione maggiore. I farmaci per la terapia anti-leishmania sono i composti pentavalenti dell’antimonio. Altri farmaci usati sono l’amminosidina, l’allopurinolo e l’amphotericina B. Vari sono i protocolli di somministrazione. La leishmaniosi può essere curata anche con rimedi omeopatici ma solo da un veterinario esperto di medicina omeopatica. Il cane infettato dovrà essere continuamente e ciclicamente sottoposto a controlli per evitare delle recidive ed eventuali reinfestazioni.

Prevenzione

Per la prevenzione di questa malattia, oltre a usare sui cani dei repellenti cutanei specifici oggi in commercio, che proteggono l’animale dalle punture del flebotomo per 6 mesi continui, conviene diffondere nell’ambiente domestico quei prodotti di uso comune così comodi e innocui (insetticidi a base di piretroidi sintetici).

Prima di portare il proprio cane in vacanza in località di mare, conviene sempre consultare il proprio veterinario di fiducia che consiglierà le soluzioni più opportune caso per caso. Inoltre sarà buona norma sottoporre l’animale ad un controllo, al ritorno da posti a rischio.

A volte, molto tristemente, succede che il proprietario, dopo che al suo cane è stata diagnosticata la leishmania e messo al corrente della trasmissibilità della malattia all’uomo, soprattutto se l’animale vive in stretto ambito familiare, chiede al medico veterinario come drastico epilogo di compiere l’eutanasia del soggetto ammalato.

Per il veterinario “medico degli animali” questa richiesta è inaccettabile. La professionalità esige impegno fino alla fine. Inoltre dalle statistiche emerge che i farmaci impiegati nella cura hanno una provata validità d’azione ed esiste un’alta percentuale di casi di guarigione. Volontà e speranza costituiscono una validissima base per il successo di ogni terapia.

Bisogna però tenere presente anche un punto di vista che va aldilà dei timori di un eventuale rischio d’infezione. E’ il punto di vista di chi possiede un cane e lo ama veramente. E per fortuna con il passar degli anni al nostro amico fedele viene riservato sempre di più un importante e giusto valore nell’ambito familiare. L’umanità, la sensibilità, l’amore e la civiltà esigono il massimo rispetto verso le creature animali.