Tutto è bene quel che finisce bene… dice il detto. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo… tanto lavoro e tanta tensione!

Ecco il racconto di una tipica giornata nel canile comunale più grande d’Italia: Muratella.

La mattina del primo agosto 2011 si presenta a Muratella la signora Rosa con un cane trovato presso un’area di servizio sull’autostrada Roma-Civitavecchia. Il cane, come da prassi, viene fatto visitare in ambulatorio per il controllo del chip, che risulta non avere.

A causa del blocco delle entrate deciso dal Comune di Roma nel novembre del 2008 agli animali portati dai privati cittadini, il cane – una femminuccia meticcio di volpino, marrone con una striscia bianca sul petto, di taglia media, circa 5-6 anni di età, collare di cuoio e orecchie ripiegate – non può entrare a Muratella e quindi le persone della Segreteria del canile spiegano alla signora Rosa che potrebbe bastare uno stallo di soli pochi giorni e le persone del canile si sarebbero attivate per riusciti a sistemare il cane, con il vecchio o un nuovo proprietario.

La signora Rosa purtroppo non puo’ rendersi disponibile: ha già un cane a casa e non può prenderne un altro.

Allora le persone della Segreteria spiegano la procedura da seguire per ottenere l’autorizzazione degli uffici preposti di Roma Capitale all’ingresso del cane e dopo circa mezz’ora di colloquio, la signora dice di aver chiamato un Numero Verde che l’avrebbe messa in contatto con il responsabile di un “ufficio” che telefonicamente avrebbe dato il suo ok.

Tale dichiarazione lascia il personale del canile interdetto perchè mai una risposta positiva all’ingresso degli animali è arrivata in canile per via telefonica e per interposta persona e quindi si controlla che non ci sia il consueto fax di autorizzazione.

Vista l’assenza del fax, purtroppo, non si puo’ accordare l’autorizzazione all’ingresso del cane. Le persone della Segreteria dicono alla signora Rosa che avrebbero telefonato all’Ufficio preposto per sapere se questa autorizzazione sarebbero arrivata o meno ma a quel momento la signora Rosa comunica che non era più necessario in quanto lei si era già messa d’accordo con una persona disponibile a tenere il cane in stallo nel proprio appartamento.

La signora Rosa, infatti, aveva incontrato fuori dal canile una ragazza che si era offerta di tenere in stallo il cane. Sul modulo “Ho Trovato” viene allora indicato anche il nome, il cognome ed il numero di cellulare di questa ragazza, Paola, che si dice disponibile a rendersi reperibile  perchè consapevole del fatto che in qualunque momento potrebbe chiamare il proprietario e potrebbe dover restituire il cane.

Tutti i moduli vengono firmati e tutti i dati riportati e così la signora Rosa e la signora Paola si allontanano dal canile con la cagnolina.

Nel frattempo, a Muratella si verifica una assenza dell’energia elettrica che blocca  anche la ricezione dei fax. I funzionari dell’Ufficio comunale chiamano il canile per dare telefonicamente il consenso all’ingresso e le persone di Muratella si confrontano con i funzionari dell’Ufficio, spiegano la storia, lasciano i riferimenti di entrambe le persone e concordano che comunque si trattava in quel momento della soluzione migliore per la cagnolina, che si evitava lo stress del canile nell’attesa che un legittimo proprietario si facesse vivo.

Dopo circa un’ora, telefona a Muratella la proprietaria della cagnetta, la signora Sonia, per aprire una segnalazione di smarrimento. Dalla descrizione del cane smarrito, le persone di Muratella capiscono che si tratta di Chicca, taglia piccola, marrone: era in viaggio con i proprietari che erano scesi per una sosta in un’area di servizio sulla Roma-Civitavecchia e che quando sono ripartiti non si sono resi conto che Chicca non era salita in automobile con loro.

Le persone dell’Ufficio Ritrovamenti e Smarrimenti chiamano immediatamente Paola, ma il cellulare risulta essere irraggiungibile. Viene lasciato un messaggio in segreteria dicendole che  i proprietari della cagnetta hanno contattato il canile e che per favore contatti subito Muratella.

Il centralino e l’Ufficio Ritrovamenti e Smarrimenti continuano a telefonare fino a sera  ma il cellulare risulta sempre spento. Ovviamente la tensione comincia a salire.

Il 2 agosto la signora Sonia, proprietaria di Chicca, chiama più volte in canile chiedendo notizie, ma purtroppo il cellulare di Paola continua ad essere spento. Così, si prova a cercare maggiori informazioni su di lei. Viene ricercata su Facebook, dove effettivamente ci sono un paio di persone che corrispondono a quel nome e cognome, ma non è facile riconoscere dalle piccole foto di Facebook una persona vista solo per qualche minuto nel corso della compilazione del modulo “Ho Trovato”. 

Si prova a contattare anche la signora Rosa, che aveva parlato a Paola decisamente più tempo, sperando di poter avere qualche informazione in più. La signora Rosa informa che anche lei aveva mandato a Paola un messaggio su Facebook per sapere come stava il cane ed indica quale dei due profili su facebook era quello di Paola. La signora Rosa riferisce che Paola le aveva detto che quel giorno era in canile per andare a trovare “un suo cane ricoverato”.

A quel punto alle persone dell’Ufficio Adozioni – alle quali si chiede un aiuto – si accende una lampadina: potrebbe trattarsi di una ragazza che desiderava adottare un cucciolo, purtroppo malato di gastrointerite, e che talvolta veniva a Muratella per chiedere informazioni sul suo stato di salute.

Si cerca allora tra le schede adozioni e si trova quella della signora Paola: ci sono l’indirizzo ed altri 3 numeri di telefono, tutti diversi da quello che aveva lasciato in segreteria; per un attimo si accende la speranza… ma purtroppo, tutti e tre i numeri risultano essere inesistenti.

Poco dopo richiama in canile la signora Sonia, chiaramente allarmata e preoccupata. La tensione di tutti è alle stelle. Doveva essere una situazione tranquilla. Si sta trasformando in un incubo.

Il giorno seguente, il 3 agosto 2011, arriva in canile il marito della signora Sonia a cui le persone del canile spiegano nuovamente tutta la situazione e soprattutto il fatto che la signora Rosa e la signora Paola si sono accordate tra di loro al di fuori del canile, che non si tratta di una adozione ma solo di uno stallo temporaneo e che tutti stavano facendo di tutto per rintracciare la signora Paola.

Mentre la discussione procedeva, in canile arriva la signora Paola, accompagnata dalla piccola Chicca. Paola veniva in canile per chiedere informazioni sulla salute del cucciolo che lei desiderava prendere in adozione.

A quel punto, il marito della signora Sonia ha la possibilità di ricongiungersi alla sua cagnetta Chicca.

E soprattutto a quel punto Chicca viene immediatamente microchippata e il microchip viene intestato al marito della signora Sonia.  

E tutto è bene quel che finisce bene… Lavoro e tensioni, e tanta fatica da parte delle persone AVCPP, a parte…

Tutto questo racconto per ricordare ancora una volta che la microchippatura di un animale non è solo un obbligo di legge ma è l’unico modo per ricongiungersi al proprio animale smarrito.