Questa è la campagna adozioni per i cani per la guardia lanciata da AVCPP nel settembre del 2011 ed approvata da Roma Capitale:

https://www.iolibero.org/2011/09/21/parte-la-campagna-adozioni-per-i-cani-per-la-guardia-firmata-avcpp/

 Grazie a Sara ed al Gruppo Educatori AVCPP – in sinergia con l’Ufficio Adozioni AVCPP – che l’hanno immaginato, grazie a Riccardo volontario del Rifugio Vitinia ex Poverello che l’ha creativamente realizzato, e grazie a Pino volontario del Rifugio Ponte Marconi ex Cinodromo che l’ha stampato, parte questa settimana la CAMPAGNA ADOZIONI PER I CANI PER LA GUARDIA firmata AVCPP.
 
Come a tutti noto, i canili comunali sono pieni di cani da lavoro, di difficile adozione in un appartamento di città. Si è cosi’ pensato di dare una chance di adottabilità anche a loro, puntando molto sulle loro caratteristiche etologiche, sulle loro predisposizioni più pronunciate.

Perchè un cane, naturalmente nato per “lavorare” insieme al proprio amico umano, non puo’ esprimere la sua naturale predisposizione?

Perchè un cane nato per fare la guardia alla propria famiglia, non può essere messo nelle condizioni di svolgere al meglio il suo lavoro?

Una famiglia avrà un amico a quattro zampe che la protegge e  contemporaneamente una casa (o un fabbricato, un magazzino, una piccola impresa) avrà un guardiano serio e responsabile. 
 
Queste locandine, questi volantini, questi cartoncini verranno distribuiti  soprattutto nelle zone a più alta densità di case monofamiliari, di villette, di bifamiliari, di magazzini, di piccoli  complessi industriali. Pensiamo a zone come Infernetto, Axa, Casal Palocco, ma anche i Castelli Romani e tutta la Provincia di Roma.
 
Pensata in 3 diversi formati (volantini in formato A5, locandine su cartoncino in formato A3 e locandine in formato SRA3 – 45 x 32, leggermente più grandi dell’A3), la campagna intende rappresentare una possibilità in più  per una tipologia di cane, forse di difficile adozione in un contesto urbano, che rischia di vedere la sua gabbia trasformarsi in una prigione a vita.

Per adottare UN CANE PER LA GUARDIA ospite dei canili comunali di Roma Capitale, telefonare all’Ufficio Adozioni AVCPP al 349 3686973 oppure inviare una mail a adozioni@iolibero.org

E questo è l’articolo di PAESE SERA di lunedì 19 marzo 2012 che racconta le reazioni che ha suscitato:

Canili “Il cane? Meglio di un antifurto”

Campagna adozioni divide animalisti

 “Basta con allarmi e antifurti: adotta un cane nei canili comunali di Roma. Ti conviene”. L’associazione che gestisce le strutture spiega: “Meglio così che in gabbia”. Ma il web si scatena: “Una campagna infelice e banalizzante”. “Il cane non è un oggetto”. Critico anche l’Enpa: “Una pessima idea, ma in buona fede”

DI AMBRA MURÈ

Siete tra quelli che pensano che Roma sta diventando sempre più insicura? Furti e rapine in casa sono il vostro incubo ricorrente? Se non potete permettervi di seguire il consiglio della Belviso (più telecamere per tutti), allora prendetevi un cane.

Sembra uno scherzo, invece è il “concept” della campagna pro-adozioni lanciata dall’Associazione Volontari Canile di Porta Portese, che gestisce, per conto del Comune, i canili Muratella, Valle dei Cuccioli, ex Poverello e cura alcuni servizi anche al rifugio ex Cinodromo.

Il messaggio è semplice e diretto, inequivocabile: “Basta con allarmi e antifurti: adotta un cane nei canili comunali di Roma”.

QUESTIONE DI CONVENIENZA – Quasi fosse stato pensato per il volantino di un supermercato, il messaggio punta tutto sul fattore convenienza. Scegliere “un cane da guardia”, è evidente, costa meno che installare un antifurto (o un sistema di videosorveglianza). Soprattutto perché in canile “puoi scegliere fra più di 1.300 cani e avrai la consulenza gratuita di educatori professionisti e di esperte in adozioni”. I faccioni rassicuranti di cinque “custodi del focolare domestico” (tra cui un dogo argentino, un dobermann e, manco a dirlo, un pastore tedesco) dicono più di mille parole.

“IL CANE NON È UN OGGETTO” – Com’era prevedibile, la campagna sta suscitando un dibattito infuocato su Facebook. “Imbarazzante”, “banalizzante” e “infelice” sono gli aggettivi più lusinghieri. “Il cane non è un oggetto, non è uno strumento, ma un essere senziente”, obiettano in tanti. Qualcuno, ironicamente, fa notare che “manca solo la scritta: ‘Puoi pagare in 10 comode rate e scegliere tra una vasta gamma di colori e dotazioni! Collare a strozzo incluso nel pacchetto’”. Il cane, insomma, ridotto alla stregua di un “elettrodomestico” o un “affare al supermercato”. Quando invece dovrebbe essere trattato come “un amico e compagno”. Naturalmente, nulla toglie che “un cane possa fare ANCHE la guardia, ma il requisito affettivo è sicuramente il primo che deve motivare l’adozione”. Visto che “non ci vuole molto a capire che, se l’adozione si basa su un elemento funzionale e non di relazione, la cosa è destinata a finire in un fallimento”. “A mio avviso – conclude Daniela, l’unica campagna che abbia come fine il reale svuotamento delle carceri animali è la cultura. E il concetto di cane da guardia è fortemente anticulturale”.

ENPA: “CONTRARI AI CANI DA GUARDIA” – La pensa così anche Claudio Locuratolo, presidente dell’Enpa Roma, che ci tiene subito a precisare: “Noi siamo contrari ai cani da guardia, visto che, in caso di furto, vengono neutralizzati molto facilmente. E sono i primi a rimetterci la pelle”. A questo punto, insomma, meglio “un bell’antifurto”. “Quando ho visto la campagna dell’AVCPP – ammette Locuratolo – ho pensato a uno scherzo. Ma non me la sento di dare addosso all’associazione per un singolo episodio. Diciamo che non è stata una buona idea, ma sicuramente è stata fatta in buona fede”.

AVCPP: “MEGLIO COSÌ CHE IN GABBIA” – Attaccata da un fuoco incrociato di critiche animaliste, l’Associazione Volontari Canile di Porta Portese (AVCPP) si difende così: “Solo chi non si rende conto che nei canili ci sono centinaia di cani ‘non da divano’ che vivranno l’intera loro esistenza nel chiuso di una gabbia non approva questa campagna”. “Cercano di liberare dalle gabbie anche i cani propensi a fare la guardia, invece di farli morire lì dentro”, riconosce Alessandra. Anche Elisa capisce e, in un certo senso, approva: “Esistono persone che pensano ancora che un cane sia un cane e deve essere utile. Pertanto credo che loro abbiano fatto questo per ‘accontentare’ le richieste e attirare il pubblico sulle adozioni”. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: “AVCPP è dal 1994 che fa cultura sul territorio”, scrive la presidente Simona Novi. Ricordando come “negli ultimi 19 mesi, per la prima volta, i cani che escono da canili sono più di quelli che entrano”. Il fine, insomma, giustifica i mezzi.

di Ambra Murè

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