Questa è la campagna adozioni per i cani per la guardia lanciata da AVCPP nel settembre del 2011 ed approvata da Roma Capitale:
Grazie a Sara ed al Gruppo Educatori AVCPP – in sinergia con l’Ufficio Adozioni AVCPP – che l’hanno immaginato, grazie a Riccardo volontario del Rifugio Vitinia ex Poverello che l’ha creativamente realizzato, e grazie a Pino volontario del Rifugio Ponte Marconi ex Cinodromo che l’ha stampato, parte questa settimana la CAMPAGNA ADOZIONI PER I CANI PER LA GUARDIA firmata AVCPP.
Come a tutti noto, i canili comunali sono pieni di cani da lavoro, di difficile adozione in un appartamento di città. Si è cosi’ pensato di dare una chance di adottabilità anche a loro, puntando molto sulle loro caratteristiche etologiche, sulle loro predisposizioni più pronunciate.
Perchè un cane, naturalmente nato per “lavorare” insieme al proprio amico umano, non puo’ esprimere la sua naturale predisposizione?
Perchè un cane nato per fare la guardia alla propria famiglia, non può essere messo nelle condizioni di svolgere al meglio il suo lavoro?
Una famiglia avrà un amico a quattro zampe che la protegge e contemporaneamente una casa (o un fabbricato, un magazzino, una piccola impresa) avrà un guardiano serio e responsabile.
Queste locandine, questi volantini, questi cartoncini verranno distribuiti soprattutto nelle zone a più alta densità di case monofamiliari, di villette, di bifamiliari, di magazzini, di piccoli complessi industriali. Pensiamo a zone come Infernetto, Axa, Casal Palocco, ma anche i Castelli Romani e tutta la Provincia di Roma.
Pensata in 3 diversi formati (volantini in formato A5, locandine su cartoncino in formato A3 e locandine in formato SRA3 – 45 x 32, leggermente più grandi dell’A3), la campagna intende rappresentare una possibilità in più per una tipologia di cane, forse di difficile adozione in un contesto urbano, che rischia di vedere la sua gabbia trasformarsi in una prigione a vita.
Per adottare UN CANE PER LA GUARDIA ospite dei canili comunali di Roma Capitale, telefonare all’Ufficio Adozioni AVCPP al 349 3686973 oppure inviare una mail a adozioni@iolibero.org
E questo è l’articolo di PAESE SERA di lunedì 19 marzo 2012 che racconta le reazioni che ha suscitato:
Canili “Il cane? Meglio di un antifurto”
Campagna adozioni divide animalisti
“Basta con allarmi e antifurti: adotta un cane nei canili comunali di Roma. Ti conviene”. L’associazione che gestisce le strutture spiega: “Meglio così che in gabbia”. Ma il web si scatena: “Una campagna infelice e banalizzante”. “Il cane non è un oggetto”. Critico anche l’Enpa: “Una pessima idea, ma in buona fede”
DI AMBRA MURÈ
Siete tra quelli che pensano che Roma sta diventando sempre più insicura? Furti e rapine in casa sono il vostro incubo ricorrente? Se non potete permettervi di seguire il consiglio della Belviso (più telecamere per tutti), allora prendetevi un cane.
Sembra uno scherzo, invece è il “concept” della campagna pro-adozioni lanciata dall’Associazione Volontari Canile di Porta Portese, che gestisce, per conto del Comune, i canili Muratella, Valle dei Cuccioli, ex Poverello e cura alcuni servizi anche al rifugio ex Cinodromo.
Il messaggio è semplice e diretto, inequivocabile: “Basta con allarmi e antifurti: adotta un cane nei canili comunali di Roma”.
QUESTIONE DI CONVENIENZA – Quasi fosse stato pensato per il volantino di un supermercato, il messaggio punta tutto sul fattore convenienza. Scegliere “un cane da guardia”, è evidente, costa meno che installare un antifurto (o un sistema di videosorveglianza). Soprattutto perché in canile “puoi scegliere fra più di 1.300 cani e avrai la consulenza gratuita di educatori professionisti e di esperte in adozioni”. I faccioni rassicuranti di cinque “custodi del focolare domestico” (tra cui un dogo argentino, un dobermann e, manco a dirlo, un pastore tedesco) dicono più di mille parole.
“IL CANE NON È UN OGGETTO” – Com’era prevedibile, la campagna sta suscitando un dibattito infuocato su Facebook. “Imbarazzante”, “banalizzante” e “infelice” sono gli aggettivi più lusinghieri. “Il cane non è un oggetto, non è uno strumento, ma un essere senziente”, obiettano in tanti. Qualcuno, ironicamente, fa notare che “manca solo la scritta: ‘Puoi pagare in 10 comode rate e scegliere tra una vasta gamma di colori e dotazioni! Collare a strozzo incluso nel pacchetto’”. Il cane, insomma, ridotto alla stregua di un “elettrodomestico” o un “affare al supermercato”. Quando invece dovrebbe essere trattato come “un amico e compagno”. Naturalmente, nulla toglie che “un cane possa fare ANCHE la guardia, ma il requisito affettivo è sicuramente il primo che deve motivare l’adozione”. Visto che “non ci vuole molto a capire che, se l’adozione si basa su un elemento funzionale e non di relazione, la cosa è destinata a finire in un fallimento”. “A mio avviso – conclude Daniela, l’unica campagna che abbia come fine il reale svuotamento delle carceri animali è la cultura. E il concetto di cane da guardia è fortemente anticulturale”.
ENPA: “CONTRARI AI CANI DA GUARDIA” – La pensa così anche Claudio Locuratolo, presidente dell’Enpa Roma, che ci tiene subito a precisare: “Noi siamo contrari ai cani da guardia, visto che, in caso di furto, vengono neutralizzati molto facilmente. E sono i primi a rimetterci la pelle”. A questo punto, insomma, meglio “un bell’antifurto”. “Quando ho visto la campagna dell’AVCPP – ammette Locuratolo – ho pensato a uno scherzo. Ma non me la sento di dare addosso all’associazione per un singolo episodio. Diciamo che non è stata una buona idea, ma sicuramente è stata fatta in buona fede”.
AVCPP: “MEGLIO COSÌ CHE IN GABBIA” – Attaccata da un fuoco incrociato di critiche animaliste, l’Associazione Volontari Canile di Porta Portese (AVCPP) si difende così: “Solo chi non si rende conto che nei canili ci sono centinaia di cani ‘non da divano’ che vivranno l’intera loro esistenza nel chiuso di una gabbia non approva questa campagna”. “Cercano di liberare dalle gabbie anche i cani propensi a fare la guardia, invece di farli morire lì dentro”, riconosce Alessandra. Anche Elisa capisce e, in un certo senso, approva: “Esistono persone che pensano ancora che un cane sia un cane e deve essere utile. Pertanto credo che loro abbiano fatto questo per ‘accontentare’ le richieste e attirare il pubblico sulle adozioni”. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: “AVCPP è dal 1994 che fa cultura sul territorio”, scrive la presidente Simona Novi. Ricordando come “negli ultimi 19 mesi, per la prima volta, i cani che escono da canili sono più di quelli che entrano”. Il fine, insomma, giustifica i mezzi.
di Ambra Murè
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No, caro Paese sera: il fine giustifica il fine. Non siamo ipocriti: i cani sono esseri senzienti ma non ebeti. E nemmeno tutti uguali. Per cui: meglio così che in gabbia. Poi aspetto che qualcuno mi spieghi cosa ci sia di male nel fare la guardia.
è ovvio che la maggior parte della gente viene in canile per adottare un amico e un compagno di vita, non un antifurto, (infatti non è a loro che la campagna si rivolge, questa va vista per i “casi eccezionali”, chi ha adottato un cane da noi sa benissimo che non è questa la norma nelle nostre campagne adozioni) ed è verissimo che un cane da guardia posto all’esterno purtroppo può essere facilmente aggirato..è vero anche però che ci sono cani chiusi nelle gabbie che per indole, storia personale o caratteristiche mal si adattano ad una vita casalinga…e io ne conosco personalmente uno, il mio amato Mister, pastore tedesco di grossa mole ospite di Muratella che non potrebbe mai fare il cane di casa purtroppo…ma non per questo lui e gli altri come lui devono marcire in gabbia, d’altronde esistono razze selezionate secoli fa dall’uomo proprio per questo scopo, oggi è brutto dirlo ma una volta il cane era solo visto in funzione del lavoro che poteva svolgere, non dell’affetto che poteva dare, e privilegiando l’aspetto utilitaristico si è indirizzata in tal senso la loro selezione…l’importante è che le persone che si propongono per adottare un cane da guardia vengano controllate scrupolosamente sia prima che dopo l’adozione, e non ho dubbi che questo verrà fatto..com’è che si dice? “bene o male, l’importante è che se ne parli” quindi ben venga il clamore, se può servire ad avvicinare più persone al canile: se si riveleranno persone non idonee verranno messe alla porta, come ho già visto fare diverse volte per fortuna, e quelli che criticano possono tranquillamente venire a vedere i cani di cui si parla personalmente. “criterio” e “responsabilità” devono essere le parole d’ordine, se si usa il buonsenso si può trovare un compromesso, valutando caso per caso.
Mah.. la prima cosa che mi viene da dire è che sono tutti bravi a fare i moralisti. Quel volantino è diverso da quelli che siamo abituati a vedere proprio perchè propongono tipologie di cani differenti. Ci sono persone che anche per necessità hanno bisogno di quel tipo di cane, da lavoro appunto, e non vedo perchè non si possano “pubblicizzare” con una campagna tutta per loro! Chissà se questa gente ha visto come vivono.. e come soffrono con la loro indole a stare in una gabbia. Tra l’altro trovo che sia azzeccatissimo il cartello “attenti al cane” che vediamo attaccati a centinaia di cancelli.. a me fa venire in mente un cane da guardia ma questo non esclude che sia anche un compagno fedele e amato dalla propria famiglia. Il commento poi sui “faccioni rassicuranti” proprio non l’ho capito, dovevano metterci un barboncino? E il paragone con il supermercato non fa ridere, evidentemente non hanno colto l’ironia del discorso sulla “convenienza”.
L’articolo mi fa pensare che chi l’ha scritto non ha capito niente del senso del volantino.. e invece di pubblicizzare l’iniziativa per aiutare a far uscire quei cani, hanno remato contro.. e questo è molto molto brutto.
sul volantino è scritto “cane per la guardia” e non “cane da guardia”. A mio parere c’è una bella differenza. si intende quindi che il cane che si suggerirebbe è propenso a fare la guardia e non addestrato appositamente a farla perchè appunto in canile arrivano centinaia di cani la cui indole e le cui criticità escludono che possa adattarsi in una situazione casalinga… quindi perchè precludere loro la possibilità di vivere fuori da una gabbia e poter canalizzare il loro istinto?
Sulla finalità non si discute, la “promozione” indirizzata ad una scelta per caratteristiche meno consuete è, secondo me, azzeccata.
Un pò meno la grafica e la scelta della terminologia: infatti la parola “conviene”, è largamente diffusa a scopi commerciali e l’impostazione grafica ha un’aspetto poco “benevolo”.
Probabilmente, una presentazione diversa della comunicazione avrebbe sortito meno polemiche da parte di chi, come sempre, si sofferma solo sull’aspetto e non sul contenuto.
Complimenti all'”idea”, vale la pena insistere sull’argomento.
Sono una volontaria che ha come principale obbiettivo il benessere dei cani e che ogni settimana vede in canile i cani di grandi dimensioni abbaiare e saltare ripetutamente sulla rete della gabbia … alcuni di quei cani quando escono dalla gabbia sono decisamente più calmi, a volte basta farli uscire ed occuparsi di loro per scoprire che sono tranquilli, ma ci sono altri cani che per il loro carattere e per la loro aggressività non si adattano alla vita del canile. Questi cani, forse si troverebbero meglio in una casa con giardino dove possano correre, esprimersi e … fare la guardia, quindi, per me, va bene “utilizzare” un cane per la guardia quando il rapporto con la famiglia di adozione è basato sull’amore sulla fiducia e sul rispetto. E’ ammirevole il lavoro e la responsabilità che gli addetti alle adozioni del canile affronteranno in questo tipo di adozioni, e se servirà a dare ai cani una vita migliore…ben fatto. Il fine non giustifica i mezzi perché i mezzi usati sono la capacità di valutare, la sensibilità, la ragionevolezza e non ultimo il bene immenso per ogni cane, e perchè ogni possibilità va considerata per fare in modo che il canile sia soprattutto un luogo di passaggio.
Il binomio uomo/cane, come ormai tutti sappiamo, è il legame più antico che c’è tanto è vero che si parla di co-evoulzione. Il cane, da sempre, è stato un compagno di lavoro ma da poco gli è stato riconosciuto il diritto ad una vita rispettosa. L’impostazione del volantino, per quanto criticabile, fa leva su la convenienza. Ciò non toglie però che chi venisse attirato da questo messaggio non possa poi rivelarsi un buon umano. E’ altrettanto vero che non tutte le persone che adottano un cane “da salotto” si rivelano poi dei buoni compagni di vita. Credo che l’idea del volantino sia buona perchè da una “possibilità” anche a quei pelosi che non corrispondono al solito target richiesto (piccolo, che non abbai, che non sporca, etc.). L’unico problema che vedo è garantire che i cani adottati vivano rispettati ed amati e questo vale tanto per quelli “da guardia” quanto per quelli “senza fisso impiengo”.